SE NON ORA QUANDO_2.0

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Un poco di storia: come nasce il tribuno della plebe

Nel 494 a.C., all’incirca 15 anni dopo la fondazione della Repubblica Romana i plebei di Roma avevano effettuato una secessione. Avevano abbandonato in massa la città, accettando di rientrare solo quando i patrizi avessero dato il loro consenso alla creazione di una carica pubblica che avesse il carattere di assoluta inviolabilità e sacralità, caratteristiche sintetizzate dal termine latino sacrosanctitas. Questo significava che lo Stato si assumeva il dovere di difendere i tribuni da qualsiasi tipo di minaccia fisica, ed inoltre garantiva ai tribuni stessi il diritto di difendere un cittadino plebeo messo sotto accusa da un magistrato patrizio (ius auxiliandi)..

L’Aventino parlamentare del 1924

Venne chiamata Aventino, con un richiamo alla storia romana, la secessione parlamentare dei deputati antifascisti attuata dopo il rapimento di Giacomo Matteotti, ucciso da fascisti dopo aver denunciato alla Camera i brogli elettorali e le violenze delle squadre d’azione fasciste. I deputati, il 27 giugno del 1924, riuniti in una sala di Montecitorio, decisero di abbandonare i lavori del parlamento e si rifiutarono di entrare in aula, fino a quando non fosse stata abolita la milizia fascista e ripristinata l’autorità della legge, inutilmente.

Elezioni politiche 24/25 febbraio 2013

Il 28 giugno 2012 viene ufficializzata la presenza del MoVimento 5 Stelle, da parte del fondatore Beppe Grillo che è anche il punto di riferimento, alla prossime elezioni politiche senza apparentamenti. Il MoVimento 5 Stelle esce vincitore dalle urne. Un esito positivo che si rivela superiore alle previsioni di tutti i sondaggi sia alla Camera sia al Senato. Risultando la seconda lista più votata dopo il PD. Alla Camera raggiunge il 25,55% dei voti in Italia e il 9,67% all’estero, per un totale di 8,7 milioni di voti, ed elegge 109 deputati. Al Senato, con il 23,79% in Italia e il 10,00% all’Estero, per un totale di 7,4 milioni di voti, elegge inoltre 54 senatori.

Pre-governo del grande inciucio

L’incarico il giorno dopo i risultati elettorali è dato a Bersani segretario del PD. Lo stesso inizia le consultazioni con tutti gli enti e le associazioni possibili. Successivamente vengono ascoltati i partiti. Il Movimento 5 Stelle, con i portavoce Roberta Lombardi e Vito Crimi, rimanda al mittente l’appello di Pierluigi Bersani: “Vi chiedo non di votare la fiducia, ma di non impedire la partenza dell’esecutivo”.

Nessuna proposta del tipo “costruiamo insieme … questi sono i punti da cui partire …” Il “niet” dei 5 Stelle ha costretto dopo 50 giorni di resistenza catoniana, Bersani a lasciare la mano, come si suol dire nel gioco delle carte, al Presidente che non doveva essere rieletto, ma si “è sacrificato per il bene della patria” accettando la ricandidatura, puntualmente riconfermata dai partiti.     Pdl-l=Pd …
Sono stati giorni “pesanti” e confusi, la piazza più volte si è trovata unita inneggiando il candidato di Grillo, Rodotà persona esemplare. Nel mentre le televisioni mostravano lo sguardo stralunato di Fassina, la cena interrotta di Franceschini, i deputati del MoVimento 5 Stelle parlare con la folla, rimarcando, ove ve ne fosse stato bisogno, il grave scollamento fra i cittadini, il M5S e la casta dei politici.
La tensione trovava il suo culmine con le immagini del corpo riverso di un carabiniere colpito da uno squilibrato proprio il giorno in cui veniva insediato il governo “dei grandi inciuci”: il Governo Letta. Governo voluto a tutti i costi da Napolitano, il presidente che non voleva essere rieletto. Si smentisce, si nega e subito dopo si fa esattamente il contrario.
Governo “il cui compito sia essere quello di fare le riforme”, come più volte rimarcato da Napolitano. Cosa ostentata con letizia da Letta che confermava, nel giorno del suo insediamento, il suo compito: mettere subito mano alle riforme.

Giorni nostri

Da quando è entrato nelle stanze dei poteri, il MoVimento 5 stelle si è sempre visto chiudere la porta in faccia.
Proprio sulle riforme, volute, proclamate, richieste, promesse, riforme bramate si devono ergere le barriere.
Barriere a difesa del art.138, da molti considerata la combinazione per aprire la cassaforte della Costituzione Italiana.
La combinazione che i padri costituenti avevano impostato basandosi sul tempo… con due successive deliberazioni a intervallo non minore di tre mesi… su quantità, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera … sulla temporaneità nella seconda votazione.
Come se poi non bastasse i padri costituenti, avevano certificato che doveva essere interpellato il popolo: Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Ben altro lignaggio rispetto alla classe politica attuale: basta pensare alla legge elettorale denominata “Porcellum” dal suo stesso ideatore.

I padri costituenti consideravano il popolo persone pensanti, da trattare con rispetto, non dei pecoroni. Altra categoria, altra classe, rispetto a chi oggi si definisce “casta” a cui è permesso tutto e di più di tutto.

A questo punto viene logico chiedere, SE NON ORA, QUANDO?
Se non ora, quando salire all’Aventino, come gesto estremo a difesa della costituzione, contro il grande inciucio, contro questa parte del parlamento e questo governo che pensa solo ai propri interessi, che ignora 350.000 firme raccolte per un referendum volto ad avere per un parlamento pulito, a cui non pare interessare la crisi che attanaglia le famiglie.

SE NON ORA, QUANDO?

Quando pensiamo di mettere in atto dimostrazioni che vadano oltre al salire sul tetto e prendersi 5 giorni di sospensione, come se fossimo scolari “DISCOLI E MALEDUCATI”, quando loro sono i maleducati che si permettono di apostrofarci come “moralisti del cazzo” e nessuno interviene. Salvo poi permettere ad un delinquente di fare un discorso di oltre 15 minuti attaccando la magistratura.

SE NON ORA, QUANDO?

Quando dare voce agli oltre 8’500’000 voti che vogliono un cambiamento. Nessuno disconosce l’impegno e la serietà dimostrata dai portavoce del M5S, ma ora si dovrebbe pensare ad un cambio di marcia, prima di divenire noi un oggetto nelle loro mani. Un oggetto da bistrattare, da ridicolizzare, da ignorare, da sbeffeggiare.

SE NON ORA, QUANDO?

Da un posto del blog di Beppe Grillo

La Costituzione è scritta in modo chiaro, un documento comprensibile a tutti i cittadini, un ragazzo delle medie inferiori la saprebbe interpretare senza alcun problema. Ha solo 139 articoli. Una giuria popolare sarebbe più efficiente e più puntuale della Corte Costituzionale. Bisogna pensarci. SE NON ORA, QUANDO? Quando prenderci la responsabilità che i cittadini votanti ci hanno delegato e che ci richiedono: mandarli a casa definitivamente. Considerato che il solo impegno non basta, forse è arrivato il momento. Salire all’Aventino e restarci a lavorare come hanno sempre fatto a difesa della Costituzione del Parlamento a difesa dell’Italia, fino a che non si otterrà il rispetto che è dovuto a un quarto votante del paese.

SE NON ORA, QUANDO?

Mi sono permesso di estrapolare alcune frasi dall’intervento di Di Maio alla LLuis LA RELAZIONE DEI SAGGI HA DIMENTICATO LE OPPOSIZIONI E I CITTADINI:

“(…) Capisco che non esistendo opposizioni negli ultimi 20 anni non siamo stati abituati a considerarle… ma con questa riforma le releghiamo definitivamente al ruolo di “urlatori” che denunciano un provvedimento sbagliato, e che in realtà non possono fare un bel niente per fermarli. Siamo entrati in parlamento con l’obiettivo di fermare questa deriva, che per ora è il frutto di dinamiche partitiche, e invece ci ritroviamo una riforma che istituzionalizza proprio questa follia. …L’attuale condizione in cui hanno ridotto il Parlamento è da arresto per crimini contro la Costituzione….Una legge elettorale che mi preoccupa se coniugata con questa forma di super-governo ideata dai saggi: se infatti mettiamo insieme la forma di “premierato” concepita e il fatto che questa legge elettorale assegna il premio di maggioranza a chi vince il secondo turno (il ballottaggio tra i primi due classificati), si può facilmente dedurre che le minoranze potranno anche assistere da casa e seguire in streaming i lavori parlamentari. ..Ma le forme di democrazia partecipata proposte sono veramente irrisorie. I cittadini neanche esistono…. La forma di “democrazia parlamentare del primo ministro” ( appunto questo premierato) che si vuole istituire, finirà di portarci alla rovina. I parlamentari saranno sempre più inutili e i tecnici di Bruxelles prenderanno le decisioni al posto nostro…. Basta guardare agli ultimi 20 anni e vedere come ci siamo ridotti escludendo il parlamento dalle decisioni. Questo Paese è stato massacrato a suon di decreti legge e provvedimenti governativi. Ora stiamo dicendo ai nostri aguzzini: “prego accomodatevi, dateci pure il colpo di grazia, avete licenza di uccidere”. SIAMO CONDANNATI A VINCERE LE PROSSIME ELEZIONI. Per ripristinare un po’ di democrazia. Condannati, davvero …”

Nel mentre aspettiamo di avere la maggioranza, non sarebbe il caso di salire all’Aventino?

SE NON ORA, QUANDO?

Vale infine la pena di ricordare il discorso di Cromwell (Oliver Cromwell 20 aprile 1653 – Discorso alla Camera dei Comuni Inglese)

“È tempo per me di fare qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa: mettere fine alla vostra permanenza in questo posto, che avete disonorato disprezzandone tutte le virtù e profanato con ogni vizio; siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese con Esau per un piatto di lenticchie; come Giuda, tradireste il vostro Dio per pochi spiccioli. Avete conservato almeno una virtù? C’è almeno un vizio che non avete preso? Il mio cavallo crede più di voi; l’oro è il vostro Dio; chi fra voi non baratterebbe la propria coscienza in cambio di soldi? È rimasto qualcuno a cui almeno interessa il bene del Commonwealth? Voi, sporche prostitute, non avete forse profanato questo sacro luogo, trasformato il tempio del Signore in una tana di lupi con immorali principi e atti malvagi? Siete diventati intollerabilmente odiosi per un’intera nazione; il popolo vi aveva scelto per riparare le ingiustizie, siete voi ora l’ingiustizia! Basta! Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave. In nome di Dio, andatevene!”

SE NON ORA, QUANDO?

Prima di diventare ancora più complici di questa follia che si chiama grande inciuccio, prima che siano altri che per puro apparire oltre alla dimissioni di massa occupino loro l’Aventino, facciamolo noi questo gesto estremo per ridare dignità a questa Italia che agonizza sempre di più, nell’indifferenza generale

SE NON ORA, QUANDO?

Marino Longhini

 

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Ex Consigliere Comunale Comune di Como

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