Una storiella urbana

Negli anni ottanta eravamo più giovani più belli e intelligenti. Non tutti però. Sicuramente tutti più giovani, qualcuno più bello e pochi più intelligenti. L’intelligenza non è una qualità innata per cui c’è chi ce l’ha e chi no. L’intelligenza è la capacità di “inter ligere” cioè di “leggere-tra”, vale a dire che solo chi è disposto a faticare, cercando di capire le esigenze degli altri e nel contempo affrontare le molte sfaccettature di un problema per risolverlo nel modo migliore riesce a essere intelligente.

Ci sono invece molti  che non capiscono i problemi, non cercano nemmeno di capire le possibili implicazioni e semplicemente decidono di applicare la loro soluzione in base all’esclusiva e sopravvalutata opinione di sé stessi. In particolare quando si parla di gestire e coordinare le attività che riguardano il traffico cittadino.

Negli anni ottanta imperava, come ora il proibizionismo: se lungo una via i cittadini hanno la necessità di svoltare a sinistra ecco che il tecnico burocrate applica la soluzione apponendo un cartello di divieto di svolta a sinistra. Se il cittadino, o il turista, necessita di parcheggiare l’auto per poter fare shopping, ecco la soluzione con un bel divieto di sosta, con la non tanta velata minaccia di rimozione forzata.

E veniamo al “girone”. In quei tempi era di moda, per i tecnici particolarmente ottusi, l’idea che per risolvere i problemi del traffico cittadino bisognasse allungare i percorsi e per risolvere i problemi di parcheggio bisognava creare un grande parcheggio sotto al lago in piazza Cavour (perché sotto piazza Cavour, per chi non lo sapesse, c’è il lago). Ovviamente la soluzione è stata presa per buona dagli amministratori del tempo perché i tecnici che la proponevano …. erano dei tecnici … cioè per l’amministratore (ottuso come i tecnici) erano delle persone competenti. Il “girone”, soluzione adottata provvisoriamente (e sono oltre trent’anni ormai) è stato deciso per allungare i percorsi. Da qui è nata l’esigenza di spaccare le vie a metà, cioè di costruire dei fantastici “mezzi sensi unici” per cui quasi tutte le vie di Como sono per metà senso unico in una direzione mentre l’altra metà è senso unico nella direzione opposta. Il tempo ha dimostrato che questa non-soluzione provvisoriamente adottata per trent’anni, non solo non ha mai risolto alcun problema ma ha anche aumentato enormemente l’inquinamento visto che se uno ha la necessità di usare l’auto per portare la spesa a casa della mamma anziana e ammalata, invece di percorrere un chilometro è costretto a percorrerne sei, oltretutto aumentando il traffico cittadino.

Negli anni ottanta le auto sfrecciavano in viale Varese a oltre 80 all’ora e almeno tre persone furono investitementre attraversavano sulle strisce pedonali. Per limitare la velocità al circuito di Imola e a quello di Monza sono state adottate le chicane cioè i lunghi rettilinei sono stati interrotti. Anche in viale Varese si poteva interrompere il percorso. In primo luogo ripristinando il doppio senso di circolazione e in secondo luogo alternando tra viale e controviale il flusso del traffico. Ma il tecnico burocrate ottuso ha già pronta la soluzione: semafori pedonali. Col risultato che ora le auto sfrecciano a oltre 100 all’ora perché in lontananza vedono il semaforo giallo e vogliono “bruciarlo”. Colpa della cattiva educazione degli automobilisti? Certamente, ma occorre purtroppo ricordare che la cattiva educazione non nasce con gli individui ma prolifera grazie ai cattivi esempi di chi sta sopra, genitori, insegnanti, amministratori e ovviamente ottusi tecnici burocrati.Potremmo continuare a lungo ma solo per dare a tutti le giuste informazioni, basta guardare da un’altra parte per verificare se davvero il tecnico burocrate è ottuso: ad esempio possiamo domandarci “chi ha ideato la pericolosa non-soluzione in via Paoli/via Badone/piazza Camerlata?” o ancora, sempre alla fine di via Paoli “chi ha trovato la pericolosa soluzione delle due rotonde?” Del resto sono almeno 30 anniche il tecnico burocrate compie disastri. Nonostante tutto è fortunato perché ad esempio il palo di via Briantea non ha ammazzato nessuno ma lo ha mandato solamente all’ospedale e questo dopo che il tecnico burocrate era stato informato con tanto di raccolta firme. Beh, tecnico burocrate, sarebbe ora che levassi le tende.

 

 

Enzo Noseda

Movimento 5 Stelle Como

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Ex Consigliere Comunale Comune di Como

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