Lo stato dell’arte

Como Poster Festival: adesso tocca a Fabio Censuales
Affissi i manifesti con Pop Misultitt, un tributo alla cucina lariana ispirato ad Andy Warhol
10/08/2015 – Dopo Marta Besantini con Remake, tocca ora a Fabio Censuales affiggere in città il proprio manifesto. Pop Misultitt, l’opera realizzata dal giovane artista di Fino Mornasco (è nato nel 1978), è un tributo alla cucina lariana ispirato al maestro della Pop Art, Andy Warhol. ComoLake riprende il marchio Campbell’s mentre il medaglione al centro è stato rivisto con l’immagine della dea Cibele, grande Madre della fecondità e della natura. Warhol rappresentò sempre le lattine chiuse: Censuales invece le apre per farne uscire i pesci, augurando un futuro migliore all’umanità. Como Poster Festival, ispirato al tema di Expo, Nutrire il pianeta, energia per la vita, è un concorso di poster art bandito quest’anno dall’assessorato alla Cultura del Comune di Como. La poster art è una nuova forma d’arte che coinvolge soprattutto il mondo degli street artist e permette di utilizzare spazi alternativi e inconsueti ma “legali”, come quelli delle affissioni, per il posizionamento di originali creazioni artistiche, mostrandosi quindi al di fuori degli usuali luoghi deputati all’arte, come musei o gallerie. I 5 progetti selezionati verranno stampati a cura del Comune e affissi in città fino alla fine di ottobre come segno di vicinanza al grande evento mondiale che si svolge a pochi km da Como. Como Poster Festival ha ricevuto il patrocinio di Expo Milano e del Gai, l’associazione per il circuito dei giovani artisti italiani di cui il Comune di Como è socio.
Questo il comunicato del Comune di Como.
Ma l’arte dov’é?
Andy Wahrol faceva le lattine di Campbell Soup negli anni ’60
Lo faceva in America dove era diffusa (la zuppa Campbell) in ogni dove.
Ma da noi, a cinquant’anni di distanza, da noi dove non la usa nessuno che senso ha questa operazione?!
Spendo poche righe (che nessuno leggerà ma me ne importa il giusto…) per denunciare l’abbassamento sotto la soglia di sicurezza della percezione pubblica di cosa sia un’opera d’arte, almeno nella sua vulgata proposta con forza dai media.
Per me non è arte il monumento a Libeskind sulla diga foranea.
Non lo è perché “La RAMERA” non rappresenta che se stessa e la vanità di coloro che l’hanno voluta istallare in un luogo pubblico (e quindi di tutti) contro ogni principio democratico.
Non è arte il disegnino di Censuales perché è come La RAMERA: non rappresenta niente, non evoca niente, non emoziona, non comunica… è un modestissimo compitino di grafica… stop!
Se è difficilissimo definire cosa sia arte, magari davanti ad un opera originale nella sua espressione ma di difficile lettura, allo stesso tempo per fortuna possediamo una messe di strumenti per giudicare con pochissimo margine d’errore cosa arte non è:
Non lo è la nostalgia del passato e la sua riproposizione in qualunque forma pedissequa… altrimenti persino Teomondo Scrofalo sarebbe da considerarsi un grande pittore…
Non è arte la rifrittura di avanguardie che ebbero senso al loro apparire e ora non sono niente più che la testimonianza del loro tempo… Immaginatemi a tagliare tele come Lucio Fontana… lo so fare… lo sapete fare anche voi… ma che senso avrebbe?!!!
I tagli di Fontana erano il completamento di un percorso di ricerca che culminò in quella assoluta astrazione estrema… ma prima vi fu il percorso e solo quello giustifica e rende arte il suo dispiegarsi…
Warhol esprimeva la società americana dei consumi di massa vissuta ossessivamente con la riproposizione della merce e delle icone… A me non piace, ma era il suo percorso e, allora ebbe un senso e una elaborazione. Giocare ancora con questi simboli vuoti… e non per farci delle magliette spiritose, ma con la pretesa di fare opere d’arte… che pena amici miei!!!
Mi voglio fermare qui in attesa che qualcuno raccolga e alimenti il dibattito…
Sinceramente mi fa parecchio male vedere scomparire la distinzione tra arte, kitsch e baracconata, il tutto mescolato in un bel minestrone dove il senso del comunicare con immagini, suoni o parole poetiche si smarrisce in una grande fiera della vanità che celebra solo e unicamente se stessa.
Ma si sa che al potere l’arte vera non è mai interessata… interessa la bella propaganda, la decorazione, lo stucco dorato e l’arazzo di caccia… e naturalmente la riproposizione infinita del miglior cantore del nulla lobotomico in cui il potere stesso si alimenta e si perpetua dalla caverna al grattacielo.. Andy Warhol.
Grazie per la risposta.
Non ce l’ho con Censuales che magari crede di aver fatto chissà che trovata: ce l’ho con chi avrebbe gli strumenti per riconoscerne la vacuità e invece la pubblicizza come il top dell’arte comasca contemporanea.
Conosco ragazzi, perlopù sconosciuti alla massa che fanno ben altri percorsi e ben altre opere… di loro i media non si occuppano mai!
Troppo impegnati in una quotidiana operazione nostalgia, i media locali hanno orami perso la capacità di promuovere qualunque cosa che non sia già arcinota e stradigerita… Bisogna assolutamente invertire questa tendenza perché di questo passo la frase di Francesco De Gregori “… e il Beato Angelico dipinge muri di periferia” da una pessimistica considerazione sull’esistente diventerà l’unica realtà accettata su cosa sia arte e su chi debba decidere cosa lo sia e cosa vada invece ignorato.